6 Giugno 2022

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Alimentazione della bovina in stress da caldo

UNITUS

Gli animali sono sottoposti a stress da caldo (SC) quando la temperatura corporea è superiore all’intervallo ottimale specificato per normale attività a causa di un carico di calore totale maggiore della capacità di dissipazione dello stesso. Una delle prime risposte dell’animale è il calo della ingestione di alimenti e l’aumento della ingestione di acqua. Quindi, il primo obiettivo da raggiungere sarà di massimizzare l’ingestione di sostanza secca (SS) e mettere a disposizione degli animali acqua di abbeverata.

Una delle strategie da attuare sarà quella di aumentare la concentrazione della dieta di alimenti che apportano energia e proteine, nonché aminoacidi, minerali e vitamine. Tale intervento deve però tenere conto del fatto che la funzionalità del rumine e dell’intestino viene alterata dalla esposizione a condizioni di stress da caldo. Questo, associato ad una riduzione in termini quantitativi e qualitativi della saliva, può aumentare il rischio di acidosi ruminale se contemporaneamente si eccede con carboidrati altamente fermentescibili (amido).

La fibra della dieta e la sua digeribilità è il primo fattore che interagisce con le condizioni di clima caldo. La fibra influenza l’assunzione volontaria di SS, l’attività di masticazione e la ruminazione. Quindi, risulta prioritario utilizzare fibra di altissima qualità nutrizionale durante la stagione calda: foraggi ‘giovani’ con fibra poco lignificata, sostituzione di parte della fibra da foraggi con fibra più digeribile (es. buccette di soia, polpe, etc..).

Questo permette di ridurre l’effetto negativo della fibra sulla digeribilità della dieta e sulla capacità di ingestione e di mantenere un ambiente ruminale idoneo. Oltre alla qualità della fibra, un apporto di amido meno fermentescibile e di un corretto utilizzo di tamponi ruminali e intestinali può garantire una migliore condizione del rumine e una migliore efficienza di utilizzazione della dieta.

Relativamente all’alimentazione minerale, a parte il corretto apporto di potassio (K) e di sodio (Na), particolare attenzione deve essere data all’apporto di selenio (Se), meglio se in forma organica, a causa del suo ruolo di supporto alle difese antiossidanti degli animali. Attenzione, bisogna averne anche per alcune vitamine e additivi per la loro azione sulla fisiologia animale per far fronte e mitigare gli effetti negativi dello SC.

Tra le vitamine, oltre alla C ed alla E, la niacina è stata testata per la sua azione sulla vasodilatazione nei mammiferi e per il suo ruolo nel metabolismo lipidico; tra gli additivi per mangimi, i lieviti e gli estratti vegetali possono esercitare un’azione positiva nel metabolismo del rumine e nella regolazione della temperatura corporea. In ultimo, ma non per importanza, l’acqua è un nutriente fondamentale per far fronte allo SC nei ruminanti, perché svolge un ruolo essenziale nella termoregolazione.