4 Ottobre 2021

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Il progetto LEO e i suoi protagonisti

AIA

Il Progetto LEO rappresenta una sfida importantissima per la zootecnia e ha come ambizioso obiettivo quello di far dialogare le tante banche dati presenti in Italia che contengono informazioni zootecniche. Il prodotto finale del Progetto sarà una imponente banca dati a cui tutti gli operatori del settore, più o meno esperti, potranno accedere in modalità open.

Il mondo zootecnico è consapevole di dover allargare i propri orizzonti, di dover approcciare le nuove sfide in modo globale e innovativo e soprattutto che tutte le decisioni si devono basare su una rappresentazione reale dei fenomeni. È per questo motivo che un Progetto come questo diventa cruciale: tutto parte dalla misurazione dei fenomeni, dalla loro correlazione con il mondo che li circonda e dalla capacità di elaborare i dati complessi per poter arrivare a nuove soluzioni.

L’azienda agricola rappresenta il punto di partenza: è li che si misura tutto, attraverso l’attività dell’allevatore, del veterinario, dell’alimentarista, dalla registrazione degli esiti di tutte le analisi sul latte, sangue, feci o alimenti, dalla possibilità di intercettare tutti i dati prodotti dai sensori di precision farming, dal numero di passi dei singoli animali ai dati micro climatici delle zone di riposo, assieme alla registrazione dai trattamenti e delle patologie e di tutti gli eventi o misurazioni a disposizione.

Il Progetto LEO, oltre a far dialogare le banche dati esistenti, si propone di raccogliere nuovi dati da legare a quelli zootecnici, una innovazione importante che colloca il Progetto nella filosofia One Health e che consentirà attraverso elaborazioni complesse basate su Blockchain di offrire al cittadino l’accesso a un gran numero di servizi come la tracciabilità o la trasparenza delle filiere, dove anche la semplice risposta a curiosità del mondo degli allevamenti italiani sia di facile accesso.

Per raggiungere questo obiettivo, il Progetto LEO si avvale di un partenariato di alto profilo, i dipartimenti di zootecnia di tre università (Palermo, Tuscia e Cattolica), due Istituti Zooprofilattici (Umbria-Marche e Abruzzo-Molise), un Istituto Sperimentale (L. Spallanzani), un consorzio che opera per la tutela della biodiversità (ConSDABI), una società informatica che realizzerà l’open data (Bluarancio) e l’associazione allevatori (AIA) che, oltre a mettere a disposizione l’esperienza di raccolta dati sistematica nelle aziende zootecniche e la propria banca dati, svolge il ruolo di capofila del progetto.

Il coinvolgimento dell’allevatore è fondamentale: è lui il più impegnato in questo processo di avanzamento culturale verso la sensibilizzazione alle problematiche di sostenibilità. Compito del Progetto è quindi anche quello di aumentare la consapevolezza che la digitalizzazione delle informazioni in azienda è l’unico strumento che ci consentirà di vincere le sfide di oggi: antibiotico-resistenza, benessere animale, riduzione delle emissioni in atmosfera, redditività e competitività.

L’allevatore deve capire, ma già siamo a buon punto, che lo sforzo che lui mette nella registrazione accurata e tempestiva dei dati torna in azienda non solo in termini di miglioramento del management, ma anche attraverso nuovi servizi, risposte al consumatore, nuove scoperte scientifiche che gli consentiranno di allevare in modo sempre più sostenibile e di ridare al settore zootecnico la giusta immagine rassicurante che merita di avere.