28 Novembre 2022

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L’importanza di una biobanca per la biodiversità zootecnica – ConSDABI

Il mantenimento della biodiversità zootecnica è possibile in diversi modi. Fra i più importanti spiccano l’organizzazione e il mantenimento di una biobanca di campioni biologici di razze autoctone e a limitata diffusione per la conservazione ex situ delle biodiversità zootecniche. Che, è importante sottolinearlo, rappresenta uno degli obiettivi centrali del Progetto LEO.

Nell’ambito del partenariato, il ConSDABI (Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione e Applicazione di Biotecniche Innovative) rappresenta un autorevole punto di riferimento per tutti gli aspetti che riguardano appunto la conservazione e la riscoperta delle razze autoctone e a limitata diffusione: è infatti la sede del Centro di Ricerca sulle risorse genetiche animali di interesse zootecnico in ambito mediterraneo.

Grazie al Progetto LEO, il ConSDABI diventerà un sito ad-hoc per il mantenimento e la gestione dei materiali biologici dei tipi genetici autoctoni (TGA) e dei tipi genetici autoctoni antichi (TGAA), collezionati negli anni e al momento conservati presso laboratori e sedi diverse sparse per l’Italia. Proprio per le competenze specifiche in materia di tutela della biodiversità, il ConSDABI è stato individuato quale struttura ideale per strutturare la prima e più completa Biobanca zootecnica italiana.

Il ConSDABI è già sede di una ‘criobanca’ di seme che contiene oltre 40.000 paillette appartenenti a TGA/TGAA bovini e al suino Casertana, embrioni, tessuto e DNA (circa 1.350 aliquote) appartenenti a 12 tipi genetici autoctoni e a limitata diffusione.

La biobanca rappresenta una risorsa di inestimabile valore, un archivio biologico storico della biodiversità delle popolazioni allevate in Italia che è la base per nuove prospettive di indagine, possibili anche grazie ai continui progressi tecnologici nelle metodiche e nelle strumentazioni di analisi.

Un programma di conservazione ex situ, quale è la biobanca, ben pianificato può giocare anche un ruolo chiave nel mantenere la variabilità genetica all’interno di una data popolazione ed essenzialmente prevenire la sua completa estinzione. Una banca genetica è una forma di assicurazione contro la perdita di variabilità genetica o l’estinzione delle razze locali (FAO, 2007).

L’Italia costituisce uno dei principali bacini di risorse genetiche animali sia per il numero di TGA/TGAA allevati, sia per la diversità genetica che li caratterizza. E questo non solo nell’area mediterranea, ma anche a livello planetario. Alcuni di questi TGA/TGAA già nel passato hanno contribuito alla costituzione del pool genetico di talune razze “moderne” oggi fondamentali per l’approvvigionamento di carni nel mondo, come nel caso della specie suina per il TGA Casertana per la razza cosmopolita Large White.

Strutturalmente la biobanca è costruita da due zone: area destinata alla crioconservazione, come materiale seminale, sangue intero, ovociti ecc., e area di conservazione campioni a temperatura ambiente come bulbi piliferi, tamponi nasali, tessuto cartilagineo. La classificazione dei campioni è affidata ad un apposito software con il quale si può tracciare la “vita” del campione biologico, dalla sua accettazione all’analisi, con informazioni dettagliate sulla sua localizzazione nella biobanca. 

La catalogazione segue standard specifici. I campioni sono organizzati in lotti per specie e anno di collezione. Ognuno dei campioni biologici è catalogato con un identificativo unico e registrato all’interno dei sistemi informatici della biobanca, dove sono archiviate le informazioni anagrafiche e le analisi condotte su ciascun campione. L’apposizione di etichette identificative del lotto è propedeutica alla corretta archiviazione e gestione logistica dei campioni.

La biobanca prevede di gestire un flusso di alimentazione quantificabile in circa 30-50 mila campioni all’anno e di ospitare, eventualmente, anche collezioni di campioni biologici provenienti da enti esterni. È importante mettere in connessione tutte le informazioni relative a questo materiale genetico anche con altre biobanche, per arricchire le conoscenze e stimolare nuovi ambiti di ricerca.

L’utilizzo dei campioni per usi scientifici e di ricerca sarà regolato da apposite convenzioni e ci si augura che l’esistenza di questo sito sia un utile servizio per i ricercatori e un punto di riferimento per il mantenimento della biodiversità. La divulgazione di questo importante risultato tra i ricercatori rappresenta la nuova sfida del Progetto LEO.