18 Novembre 2021

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Buone pratiche nell’utilizzo del materiale seminale congelato

ISTITUTO LAZZARO SPALLANZANI

“In fin dei conti, il diavolo dimora nei dettagli”. È con questa frase che il poeta Paulo Coelho ci riporta all’importanza di ciò che spesso trascuriamo per la fretta o per la necessità di trovare soluzioni pratiche nelle attività quotidiane. Per quanto riguarda gli allevamenti zootecnici, una parte rilevante di queste attività è rivolta alla selezione per il miglioramento genetico basato su schemi riproduttivi di accoppiamento tramite l’inseminazione artificiale (IA) con materiale seminale congelato.

L’attenzione nella conservazione, manipolazione e scongelamento del seme congelato garantisce una buona qualità dello stesso contribuendo ad ottenere più gravidanze aumentando l’efficienza dell’allevamento e delle sue attività produttive. A tale proposito, la criobiologia studia il comportamento delle cellule a basse temperature che ne determinano l’arresto metabolico per lunghi periodi di tempo.

Ovviamente, il grande prodigio legato alla sospensione dei parametri vitali della cellula avviene con la ripresa delle normali funzioni biologiche all’atto del suo scongelamento. Ad oggi, questa scienza ha reso possibile la commercializzazione delle svariate tipologie di materiale seminale a disposizione degli allevamenti per il loro più rapido sviluppo tecnologico.

Tra questi, oltre al convenzionale, ricordiamo il seme sessato nelle varianti dell’americana Sexing Technologies (ST) e ABS Global, e a lento rilascio tramite tecnologia norvegese “SpermVital” (AS), che ne garantisce la sopravvivenza all’interno dell’utero per tempi prolungati. Questi ultimi necessitano particolare attenzione, in quanto si tratta di materiale che oltre al congelamento ha subito trattamenti legati alla tecnologia.

Ovviamente, è la conoscenza di questi prodotti a guidarne l’impiego suggerendo, ad esempio, l’uso di seme sessato ST solo su manze dove consentirebbe il raggiungimento del tasso di concepimento dell’80% della media aziendale ottenibile con seme convenzionale, del sessato ABS su manze e primipare con tasso di successo atteso del 90% e del seme a lento rilascio indicato per le femmine problematiche dove aumenterebbe in tasso di concepimento del 15-20% rispetto al convenzionale.

Tutte queste tipologie di seme hanno un’importante caratteristica comune: il congelamento e la conservazione in azoto liquido. Pertanto, l’opportunità derivante dall’uso di questi prodotti, che concorrono già da sé al miglioramento delle performance degli allevamenti italiani, sarebbe vanificata senza una corretta gestione del materiale seminale congelato.

Se da un lato la responsabilità del confezionamento delle paillettes di seme di alta qualità è appannaggio dei centri di produzione, agli utilizzatori resta il compito non meno rilevante di rispettare la sua natura impiegandolo in maniera corretta. Tutto ciò si realizza considerando tutte le fasi che, partendo dalla gestione del contenitore criobiologico, passano attraverso la manipolazione delle paillettes ed il loro scongelamento fino all’inseminazione nel pieno rispetto di tempistiche ben pianificate.

È importante ricordare che le paillettes mantenute in azoto liquido a –196°C sono stabili per un tempo molto lungo, ma la loro esposizione a temperature superiori a –100°C, anche per tempi brevi, causa un irrimediabile deterioramento delle caratteristiche qualitative degli spermatozoi. Pertanto, la cura dei dettagli e il rilievo di ogni piccolo segnale potrebbe fare la differenza tra una gestione approssimativa dell’azienda e una vera e propria crescita anche sotto il profilo economico.

A titolo di esempio, che potrebbe sembrare banale, la presenza di ghiaccio sulla superficie esterna del bidone dovrebbe indurci a sospettarne una perdita di efficienza imponendo quantomeno un incremento della frequenza dei rabbocchi fino alla sua sostituzione che deve avvenire in tempi brevi. Fluttuazioni, anche accidentali, della temperatura durante lo stoccaggio e la movimentazione provocano la formazione di cristalli di ghiaccio con danni cellulari irreparabili e conseguente perdita della capacità fecondante.

Per tale ragione, l’identificazione chiara e rapida delle paillettes dotando il contenitore di mappe aggiornate e leggibili limita la manipolazione delle stesse (rischio scongelamento) e evita eccessive evaporazioni di azoto dal tank. Ricordiamo inoltre il semplice concetto che ad un congelamento rapido deve seguire un altrettanto rapido scongelamento da eseguirsi in acqua alla temperatura ottimale accertata attraverso l’ausilio di un termometro e definita in base alla specie e al protocollo di congelamento.

Così come l’avvento della IA ha rivoluzionato già una volta l’intero comparto zootecnico, le nuove tecnologie innovative associate al seme congelato cambieranno ulteriormente le modalità di gestione della riproduzione. Pertanto, per sfruttarne le potenzialità occorrerà prestare sempre più attenzione alla cura dei particolari legati all’utilizzo di materiale seminale congelato tanto delicato quanto rivoluzionario.