a cura di: Associazione Italiana Allevatori
Lungo tutta la Penisola, ed anche nell’Italia insulare, spesso si incontrano razze ovine dalle fattezze molto curiose, che subito fanno pensare, pure ai non esperti, che ci si trovi di fronte a pecore provenienti da chissà quale lontano continente. Alle volte anche la denominazione può indurre a far ritenere “estera” una razza ovina che, invece, è addirittura autoctona: probabilmente ciò sarà successo per la pecora Schwarznasenschaf (letteralmente: “pecora dal naso nero”) che, infatti, in alcuni riferimenti bibliografici (si veda “Agraria.org”) viene chiamata “Naso Nero del Vallese”. Iniziamo quindi dalla descrizione di questa popolazione ovina, traendo spunto anche dalle informazioni contenute nello standard di razza di fonte Asso.Na.Pa. (Associazione Nazionale della Pastorizia), l’Ente Selezionatore che ha visto approvato questo strumento in Ctc (Commissione tecnica centrale) il 22 febbraio del 2024, e successivamente dal relativo Decreto Ministeriale del 27 maggio 2024, emanato dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste.
Come anche altre razze presenti in territori contermini al nostro Paese, poi diffusesi in un lasso di tempo abbastanza lungo, la pecora Schwarznasenschaf trova le sue origini al di là delle nostre Alpi, precisamente in Svizzera, in prevalenza nel Cantone Vallese. La selezione di questa pecora originerebbe già dal XV secolo, diffondendosi poi in Alto Adige ed in altre regioni dell’Italia settentrionale. A buon diritto, oggi, può considerarsi una razza autoctona dell’arco alpino o transalpina. La attuale Schwarznasenschaf è frutto di incroci successivi, nei secoli scorsi, con la pecora Bergamasca e con la Cotswold. Il tipo di allevamento è prevalentemente al pascolo, in quote elevate, in forma di stabulazione fissa per periodi che possono variare dai due ai sei mesi, nella stagione invernale. A differenza di altre razze, ovine ed anche caprine, gli allevatori della Schwarznasenschaf non praticano la transumanza.
Probabilmente proprio a causa degli incroci con la pecora Bergamasca (l’ovino di taglia più grande esistente nel nostro Paese) nei suoi caratteri tipici la Schwarznasenschafè di taglia medio-grande.
La forma delle corna è “a spirale”, a vite verso l’esterno, sia nei maschi che nelle femmine. Il profilo del muso è leggermente montonino. Andando su caratteri visivamente più curiosi e particolari, troviamo la fronte coperta di lana bianca. A giustificare il suo nome, naso e metà della testa sono neri e questa colorazione si prolunga senza interruzione sino agli occhi; le orecchie, di grandezza media, appaiono portate obliquamente verso il basso, di colore nero sino alla base di attacco. La lingua è di colore rosa con macchie di colore ardesia, il collo è corto e ben attaccato al tronco, che appare ben proporzionato, con torace mediamente profondo, ampio con le costole ben arcuate.
Passando agli arti, si nota la presenza di una copertura di lana quasi completamente di colore bianco, con macchie nere sui garretti e sulle ginocchia; la parte distale degli arti presenta la caratteristica colorazione nera. Per quanto riguarda il vello, è descritto di tipo aperto o semiaperto, ricopre tutto il corpo dell’animale ed è di colore bianco ad esclusione di parte della testa, delle orecchie e di parte degli arti; anche la coda è bianca e può presentare macchie nere. La lana, lunga 7-8 cm, è grossolana e può essere utilizzata per la produzione di tappeti. La pelle e la pigmentazione è rosea.
Per quanto riguarda i caratteri biometrici, abbiamo già accennato che si tratta di un ovino di taglia medio-grande: nel dettaglio, da standard di razza i maschi adulti (arieti) devono raggiungere un’altezza al garrese compresa tra i 75 e gli 85 cm, mentre le femmine oscillano tra i 72 ed i 78 cm. Il peso può variare nei maschi tra gli 80 ed i 120 chilogrammi, nelle pecore tra i 70 ed i 90 kg.
Dopo la morfologia, passiamo ai caratteri produttivi: la Schwarznasenschaf è da considerarsi una popolazione ovina a duplice attitudine, carne e lana, anche se abbiamo visto quest’ultima non essere particolarmente di pregio. Il peso medio degli agnelli alla nascita è di 3,5-4,5 kg.; la produzione annuale di lana in sucido è di 3,5-4,5 kg per gli arieti e di 3,0-4,0 kg per le pecore. Per i caratteri riproduttivi, siamo in presenza di una razza prolifica, e ciò spiegherebbe la preferenza nell’allevamento: le pecore infatti solitamente partoriscono tre agnelli nell’arco di due anni. L’età al primo parto è di 14 mesi con interparto medio di 10 mesi. La pecora Schwarznasenschaf è dotata di buona attitudine materna.
Come anche per altre razze, lo standard prevede una serie di requisiti la cui mancanza comporta l’esclusione dal relativo Libro genealogico. La Schwarznasenschaf non deve presentare ampie e diffuse macchie scure sull’addome, la lana non dev’essere di colorazione mista o con ampie macchie scure nella zona del tronco. Non devono riscontrarsi ernie nella zona ombelicale e, tra i difetti di dentizione, vanno esclusi enognatismo e prognatismo. Per quanto riguarda l’apparato riproduttivo, nei maschi non deve essere presente criptorchidismo, anche se solo monolaterale, né ermafroditismo. Infine, comportano l’esclusione dal Libro genealogico tenuto da Asso.Na.Pa. – l’Ente Selezionatore degli ovicaprini aderente a FedANA (Federazione delle Associazioni Nazionali di Razza e Specie) – le anomalie a base ereditaria mendeliana certa.
L’accertamento di questi requisiti non è un semplice fatto estetico o funzionale, ma è fondamentale, da parte dei tecnici, per mantenere in questa popolazione ovina le caratteristiche distintive proprie della razza.