21 Novembre 2024

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Parametri per la caratterizzazione fenotipica delle specie avicole

a cura di: Università degli Studi di Palermo. Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali (SAAF)

La conservazione della biodiversità e la salvaguardia delle razze a limitata diffusione, permette non solo di tutelare e di mantenere un patrimonio culturale e storico che le razze autoctone conservano in sé, ma rappresenta anche un’opportunità per la rivalutazione di razze che hanno la potenzialità di attivare micro-filiere produttive e di nicchia, che favoriscono la diversificazione delle attività aziendali e la creazione di fonti di reddito alternativo.

Tra le cause dell’attuale limitata diffusione di queste razze, si possono citare la esasperante offerta di prodotti standardizzati e il diffuso impiego di incroci in grado di raggiungere elevate performance produttive. Tuttavia, le razze rustiche pur producendo di meno, meglio si adattano all’allevamento all’aperto e biologico. Questo fenomeno è particolarmente interessante nel settore avicolo, dove si è visto che le razze locali distinte per certi caratteri (rusticità e resistenza alle malattie) sono superiori agli ibridi commerciali. Anche in aree marginali, tali caratteri possono dare risultati economici di tutto rispetto a testimonianza di un patrimonio genetico che non può essere assolutamente disperso.

Sulla base di queste considerazioni, è utile avviare un processo di caratterizzazione e piani di conservazione per la valorizzazione di razze autoctone o a limitata diffusione. In questo caso specifico, si vuole proporre un iter di caratterizzazione per le razze e popolazioni avicole a limitata diffusione che, per aspetti storici, socio-culturali e per potenzialità produttive, sono interessanti e meritevoli di tutela e valorizzazione.

La caratterizzazione fenotipica della razza è il punto di partenza per la conoscenza ed il monitoraggio della risorsa da conservare, che non può limitarsi al semplice mantenimento di caratteristiche morfologiche tipiche della razza, ma deve anche prevedere lo sviluppo di strategie di conservazione e di programmi di valorizzazione, al fine di diffonderla nel territorio. La realizzazione di un piano di conservazione di razze a limitata diffusione deve prevedere in primo luogo la definizione dell’obiettivo, la registrazione ed analisi dei dati ed un uso responsabile dei riproduttori.

In questa prima fase è stata predisposta una scheda di caratterizzazione di rilevamento informazioni e parametri morfologici degli avicoli.

La scheda è suddivisa in quattro parti:

  1. Generalità – si definiscono l’origine geografica, l’attitudine produttiva (carne, uova, duplice attitudine, ornamentale), le caratteristiche dell’uovo (peso e colore), l’anello (dimensione in mm per gallo e galline). Con il termine “inanellamento” si intende l’operazione di porre al tarso degli avicoli in oggetto un anello di riconoscimento inamovibile. Questa operazione serve per poter identificare il soggetto. I diametri riconosciuti in Italia sono i seguenti: mm 27, mm 24, mm 22, mm 20, mm 18, mm 16, mm 15, mm 13, mm 11, mm 9. In genere, il gallo richiede un diametro superiore rispetto alla gallina; invece, in altre specie avicole da allevamento, non c’è una differenza in dimensione tra maschi e femmine.
  2. Tipologia ed indirizzi per la selezione – questa parte definisce la descrizione del carattere, l’obiettivo e il criterio della selezione.
  3. Aspetto generale e caratteristiche della razza – con questa parte si definiscono i caratteri somatici del soggetto in esame: forma (tronco, testa, becco, occhi, cresta, bargigli, faccia, orecchioni, collo, spalle, dorso, ali, coda, petto, zampe, ventre); pesi (in chilogrammi distinti per gallo e gallina); si richiede una breve descrizione del piumaggio e della colorazione.
  4.  Eventuali difetti – in questa ultima parte della scheda predisposta si descrivono eventuali difetti presenti distinti in: da eliminare o tollerabili.

La scheda di caratterizzazione così predisposta è stata testata su due popolazioni avicole siciliane, quali la “Cornuta di Sicilia” e la “Gallina della Val Platani”, grazie alla fattiva collaborazione di diversi allevatori custodi. Dalla compilazione appropriata della scheda, sono stati prodotti i seguenti due standard.

CORNUTA DI SICILIA

La Cornuta di Sicilia è un’antica popolazione avicola. Si tratta di animali storicamente presenti e allevati nelle zone rurali della regione Sicilia. Con ogni probabilità, si sono evolute nel corso dei secoli per adattamento naturale. La Cornuta di Sicilia ha un aspetto molto selvatico. Il gallo e la gallina, per la presenza del dimorfismo sessuale, sono diversi: il gallo è rosso nero e la gallina è simile alla pernice. La colorazione nelle nomenclature corrisponde alla selvatica. Allevata per la produzione di uova, è nota per la rusticità, la resistenza alle malattie e l’adattamento all’ambiente. Per la forma della cresta, che è la caratteristica peculiare, ha avuto notevole risonanza nel mondo dell’allevamento amatoriale. Infatti, la Cornuta di Sicilia viene anche allevata a scopo ornamentale.

Tronco cilindrico, non troppo allungato. Testa elegante non troppo arrotondata, abbastanza larga. Cresta rossa, composta da una caruncola, bassa e stretta, che parte dalle narici e si sviluppa posteriormente, dividendosi, dopo un paio di centimetri, in due cornetti di dimensioni medio/grandi, di forma conica ed il più simmetrici possibile, per dimensioni e direzione. Bargigli rossi, lunghi e portati ben distesi. Collo ben arcuato, elegante, con abbondante mantellina. Spalle larghe, ben arrotondate. Coda di lunghezza media, mediamente aperta. Petto largo, pieno ed arrotondato, portato alto. Zampe di media lunghezza, ben staccate dal tronco; tarsi mediamente sottili. Pelle morbida e giallastra.

GALLINA DELLA VAL PLATANI

Antica popolazione allevata e diffusa in passato nelle fattorie e nelle campagne della Vallata del Fiume Platani e suoi affluenti, da cui prende il nome. Si tratta di un pollo assai rustico, frugale e vivace con spiccata propensione alla deposizione di uova ed una buona resistenza alle patologie aviarie più comuni. Se allevata in condizioni ottimali, hanno un buon istinto alla cova. La colorazione nelle nomenclature corrisponde a: selvatica bruna, dorata frumento, argentata frumento e selvatico argento. Buona volatrice. Tronco cilindrico, non troppo lungo, largo alle spalle si assottiglia e si inclina leggermente verso la coda. Testa leggermente arrotondata, abbastanza larga. Cresta semplice, rossa, ben sviluppata e ben dritta nel gallo. Bargigli rossi, abbastanza lunghi, portati ben distesi e senza pieghe. Collo di media lunghezza, portato eretto con abbondante mantellina che ricade sulle spalle. Spalle larghe, ben arrotondate, nascoste dalla mantellina. Coda di media grandezza con attaccatura larga. Petto mediamente largo, pieno non troppo arrotondato, portato alto. Zampe di media lunghezza, ben staccate dal tronco; tarsi mediamente sottili e moderatamente lunghi, di colore blu ardesia. Pelle morbida, grigio giallastra.

La caratterizzazione fenotipica delle popolazioni in esame permette la successiva fase definizione degli standard morfologici e dà indicazioni per proseguire con i piani di conservazione e selezione.