a cura di: Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani, Loc. La Quercia, 26027, Rivolta d’Adda (CR), Italy
I più curiosi ed attenti alle innovazioni nel campo della nutraceutica, o più semplicemente chi si fosse imbattuto per caso in qualche articolo apparso su riviste locali presenti sul territorio bresciano, avranno certamente conosciuto CiboCi. Per gli altri, la lettura di questa nota potrebbe rappresentare l’occasione per scoprire un nuovo alimento innovativo e funzionale, basato su un complesso di “microgreens” coltivati su un substrato edibile, progettato per essere un’alternativa naturale agli integratori alimentari sintetici. Questo prodotto, presentato come una combinazione unica di piantina e “terreno” commestibile, che offre benefici nutrizionali grazie alla sua composizione ricca di fitocomplessi e fibre, è al momento commercializzato in negozi specializzati, farmacie e parafarmacie ma potrebbe essere già stato altrimenti notato in situazioni certamente più ludiche, servito come insolito e singolare accompagnamento ai più tradizionali e classici aperitivi. Il processo produttivo di CiboCi si basa su una teca intelligente che mantiene le piantine, principalmente brassicacee e crucifere, in crescita e al massimo delle loro proprietà nutritive.
È così che la ghiotta occasione, in questo caso difficilmente potremmo trovare termine più azzeccato, del lancio del prodotto sul mercato e la spiccata curiosità dei suoi ideatori hanno creato le basi per attivare diverse collaborazioni tra CiboCi, l’Istituto Spallanzani e il dipartimento di Medicina traslazionale e molecolare dell’Università degli Studi di Brescia al fine di trovare interessi comuni e sinergie tra l’innovazione nell’ambito della nutraceutica, le biotecnologie alimentari e la ricerca biomedica. In particolare, il più recente progetto sviluppato dai partners si è focalizzato sullo studio delle proprietà del vegetante CiboCi dopo l’arricchimento con estratti polifenolici ottenuti dalle foglie della vite. I polifenoli, noti per le loro proprietà antiossidanti, sono composti vegetali che possono contribuire a migliorare il metabolismo cellulare, prevenire l’invecchiamento e ridurre l’infiammazione. I polifenoli, infatti, agiscono principalmente neutralizzano i radicali liberi, prevenendo il danno ossidativo alle cellule e modulando l’attività di specifici enzimi e vie di segnalazione cellulare.
L’obiettivo della collaborazione è quello di valutare come l’introduzione degli estratti polifenolici dalla vite influenzi la già ricca composizione del prodotto CiboCi, potenziando ulteriormente le sue capacità bioattive. CiboCi, infatti, è già conosciuto per la sua capacità di veicolare nutrienti essenziali attraverso un substrato edibile ricco di fibre e fitonutrienti. L’arricchimento con polifenoli mira ad amplificare queste proprietà, rendendo il prodotto un alleato ancora più potente per la salute. Infatti, i polifenoli non solo svolgono queste funzioni protettive, ma lo fanno in modo potenziato grazie alla loro integrazione nel substrato edibile. Questo substrato, progettato con ingredienti come carbone attivo, xantano, farina di carruba e agar-agar, favorisce l’assorbimento dei composti bioattivi e il mantenimento della loro stabilità nel tempo.
Tra tutti, uno degli aspetti più interessanti dell’uso combinato di microgreens e polifenoli è il loro impatto sulla salute del microbiota intestinale. Svariati studi, infatti, suggeriscono che una dieta ricca di fibre e polifenoli può favorire la crescita di batteri intestinali benefici, migliorando la digestione, l’assorbimento dei nutrienti e rafforzando le difese immunitarie.
Uno degli aspetti più affascinanti di questa ricerca è l’idea di unire la sostenibilità alimentare e la circolarità dell’uso delle risorse. Utilizzare le foglie della vite, un sottoprodotto dell’industria vinicola, per arricchire un prodotto come CiboCi, crea un perfetto esempio di economia circolare, dove ogni parte della pianta viene valorizzata. L’uso di foglie di vite, che altrimenti sarebbero considerate uno scarto, si inserisce perfettamente in una logica di economia circolare. Questo approccio riduce gli sprechi e crea valore aggiunto per l’intera filiera vitivinicola. Inoltre, il sistema produttivo di CiboCi è concepito per avere un impatto ambientale minimo, grazie all’uso di tecnologie all’avanguardia, come la sterilizzazione con ozono e l’energia fotovoltaica.
Attualmente, la ricerca si avvia verso la sua fase conclusiva con l’obiettivo di verificare se questo prodotto, una volta sottoposto a procedimenti artificiali in vitro che mimano il processo digestivo, sono in grado effettivamente di apportare benefici rilevabili sui modelli cellulari umani alternativi alla sperimentazione animale.
La collaborazione tra CiboCi, l’Istituto Spallanzani e l’Università di Brescia segna un passo importante nella ricerca di soluzioni alimentari innovative e sostenibili rappresentando anche un esempio eccellente di come la scienza e la tecnologia possano lavorare insieme per migliorare la salute umana e ridurre l’impatto ambientale.