a cura di: Istituto Spallanzani
Il già “lontano” 2022 è stato un anno per molti versi decisamente particolare, anche in ambito agro-zootecnico. Dalla zucca (italiana) più grande del mondo alla gallina che, presso l’Università del Missouri, ha deposto il ragguardevole numero di 371 uova in 364 giorni, ciò che notiamo è che il sostantivo “record” sia il termine più spesso associato agli eventi che hanno caratterizzato il settore zootecnico nel 2022, sia in senso positivo che negativo.
Ad esempio, sul sito di Confagricoltura Sardegna appare un articolo che titola: ”Zootecnia, bovino: rincari record dell’energia, consumi alimentari in calo; Ismea: fase critica”. Con il costo dell’energia aumentato del 300% in un anno e la propensione agli acquisti delle famiglie diminuita drasticamente, anche a seguito di un’inflazione che non si vedeva da quasi 40 anni, la zootecnia bovina ha vissuto una difficile stagione sul fronte delle redditività.
Si evidenzia, in particolare, come il lattiero-caseario sia stato tra i comparti più esposti all’impennata record dei costi di produzione, gravati soprattutto dal capitolo dell’alimentazione, che rappresenta oltre la metà dei costi di produzione. Lo stesso giorno, il quotidiano “Il Sole 24 ore” poneva l’accento su un altro record della filiera con il titolo “Il latte tocca prezzi record, ma una stalla su 10 è a rischio”, senza eludere un secondo primato di derivazione antropica legato al fenomeno della siccità,la più cruenta del trentennio di riferimento.
Rimanendo nell’ambito dei bovini, dopo i duri anni della pandemia e dopo che la filiera della produzione della mozzarella di bufala ha raggiunto il suo record assoluto nel 2021 segnando un +7,5% sul 2020, il Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop segnalava nel 2022 una sovrabbondanza di latte. A tal proposito, nonostante la grande capacità di reazione e resilienza dimostrata nella fase acuta della pandemia, ora la filiera ha lanciato un allarme sulla sostenibilità dei bilanci aziendali sui quali l’aumento dei costi di produzione, trasporto, logistica e imballaggio andranno ad incidere per un +10%, con probabili ricadute sui consumatori.
Proseguendo nella nostra ricerca, rileviamo le buone notizie che arrivano, invece, dal settore suino che ha registrato prezzi appunto da record di 2,017 euro/kg e ancora in crescita con redditività in recupero per i suini pesanti, mentre sono restati stabili le quotazioni dei suinetti da 7 Kg mantenendo una variazione positiva del 33,7% anno su anno e del 30,2% per i capi da 30 Kg.
Nel panorama che si è delineato in questa breve ricerca, dalla quale si evince come l’aumento del costo di energia (+80% nel periodo gennaio-settembre) e mangimi (+27% rispetto a gen-set del precedente anno) abbia impattato anche sul comparto avicolo, le carni (in maggior misura) e le uova (con maggior difficoltà) provenienti da questo settore garantiscono ancora un certo margine di redditività, come evidenziato nello scorso Poultry Forum di Forlì. Queste, infatti, si sono confermate per i consumatori come la fonte di proteine maggiormente associata al concetto di “sano”, “versatile” ed “economico” e, pertanto, più compatibile con le strategie di risparmio imposte dalla spinta inflattiva.
Volendo concludere positivamente, citiamo un comunicato stampa di Coldiretti del 4 Ottobre 2022, dove si cita un toro di razza Chianina del peso di 1500 chilogrammi ed un’altezza al garrese di due metri che ha sicuramente contribuito al riconoscimento del guinness da primato alle razze autoctone Made in Italy. Il comunicato riprendeva quanto accaduto al Sommet de l’Elevage di Clermont Ferrand, la più grande manifestazione mondiale di bovini da carne, dove hanno sfilato una selezione di razze riconosciute come le più grandi al mondo confermando la professionalità e rilevanza della zootecnia italiana, anche in relazione al suo preziosissimo patrimonio di varietà autoctone.
Nella stessa direzione, nel 2022 abbiamo primeggiato in Europa in termini di sostenibilità del comparto agricolo registrando il record, questa volta negativo, di emissioni pari a 30 milioni di tonnellate di CO2, nettamente inferiori ai 76 della Francia e i 66 della Germania e per aver ottenuto ben 842 denominazioni dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli registrati e protetti.
Pertanto, con l’avvio della nuova Politica Agricola Comune (PAC) del quinquennio che terminerà nel 2027, speriamo che il 2023 sia un anno, magari, con meno record ma più serenità per tutti.