1 Agosto 2024

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UN CASO DI CISTICERCOSI MUSCOLARE BOVINA

a cura di: Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati”

Un campione di muscolo bovino è stato conferito al laboratorio di Diagnostica Generale della sede di Perugia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche, per un esame ispettivo di conferma. La carne, da destinare al libero consumo, presentava lesioni nodulari multifocali, di colore verdastro di circa 5 mm di diametro che hanno fatto sospettare un’infestazione da cisticerco.

Al fine di confermare il sospetto diagnostico sono state condotte indagini molecolari sulle cisti osservate. La PCR ed il sequenziamento genico hanno permesso di identificare DNA di T. saginata, confermando il sospetto diagnostico di cisticercosi bovina.

La CISTICERCOSI è una malattia parassitaria zoonotica a trasmissione alimentare, causata dall’ingestione accidentale della forma larvale (cisticerco)di Taenia saginata, un parassita appartenente alla classe dei Cestodi che può ritrovarsi nelle carni e infestare l’uomo, se consumate crude o poco cotte.

Il cisticerco nell’uomo (ospite definitivo) si localizza a livello di intestino tenue dove sviluppa in forma adulta che si presenta come un “verme piatto”, la cui lunghezza può arrivare fino a 12 metri, diviso in numerosi segmenti chiamati proglottidi. Le proglottidi sono fertili e ciascuna proglottide gravida può contenere fino a 250.000 uova. Nonostante la presenza intestinale di un parassita di così grandi dimensioni, l’uomo infestato può risultare asintomatico. Altre volte, invece, si manifestano disturbi digestivi, fastidio epigastrico, nausea, flatulenza, diarrea o morsi della fame. Inrari casi la cisticercosi può portare a forme più gravi (neurocisticercosi) che possono rivelarsi mortali.

Il bovino (ospite intermedio) si infesta ingerendo le uova o proglottidi gravide espulse all’esterno con le feci dall’ospite definitivo. Nel bovino, le uova ingerite si schiudono in sede intestinale liberando le oncosfere, larve provviste di uncini che attraversano il circolo sanguigno raggiungendo i muscoli striati. Qui le larve si incistano sotto forma di cisticerchi, potenzialmente in grado di far ricominciare il ciclo se ingeriti con la carne contaminata. Il bovino infestato non presenta sintomi.

Nel bovino tutti i muscoli striati possono essere interessati dalla presenza di cisticerchi ma i siti più colpiti sono il miocardio, la lingua, i masseteri e i muscoli intercostali.

La presenza di cisticerchi in tagli di carne in vendita presso un esercizio commerciale al dettaglio, sottolinea l’importanza del sistema di controllo delle carni al mattatoio. La cisticercosi impone cioè un attento controllo ispettivo al macello da parte dei Medici Veterinari del SSN: in caso di cisticercosi generalizzata l’intera carcassa risulta non idonea al consumo e, nel caso di forme localizzate, il consumo della carne priva di lesioni è concesso previo trattamento a freddo (Reg. UE 2019/627).

A motivo del ciclo biologico del parassita, la presenza di cisticerchi nel bovino presuppone una contaminazione ambientale con feci umane contenenti uova di T. saginata. In casi come questi quindi risulta fondamentale eseguire approfondite indagini epidemiologiche ed accertamenti diagnostici diretti ad individuare la fonte di contaminazione.