a cura di: Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani, Loc. La Quercia, 26027, Rivolta d’Adda (CR), Italy
I rapporti FAO per l’alimentazione e l’agricoltura documentano una preoccupante perdita della biodiversità mondiale che sta alla base dei nostri sistemi alimentari. Ai fini della sostenibilità degli agroecosistemi, l’apicoltura ha un ruolo chiave. Purtroppo, però, negli ultimi anni sta subendo le conseguenze di molteplici fattori che ne rendono complessa la sostenibilità economica: cambiamenti climatici, ibridazioni, effetti sinergici di molecole residuali di agrofarmaci, frammentazione dell’habitat sono solo alcuni degli aspetti critici con un impatto crescente.
Il settore è rilevante anche nell’ottica delle strategie dell’UE sulla biodiversità per il 2030 e merita l’attenzione dell’intero comparto agroalimentare. L’Italia,infatti, vanta in apicoltura un patrimonio di produzioni unico, con una straordinaria varietà di monoflora e millefiori che può superare le sessanta tipologie in base all’andamento climatico. Inoltre, una produzione di pappa reale, polline, veleno e il recupero di produzioni antiche quali l’idromele.
Una recente indagine dell’Olaf, l’Ufficio europeo antifrode, ha analizzato 320 lotti di miele importati da 20 paesi extra Ue e ha scoperto che nel 46% dei casi non sono conformi alla direttiva europea sul miele. I risultati di questa indagine rappresentano un evidente incentivo, per ilconsumatore, alla scelta dei prodotti italiani e una ricerca consapevole, sul territorio,degli apicoltori che con lungimiranza tutelano le api italiane preservando una risorsa genetica preziosa.
Ma il ruolo delle api va oltre ai prodotti dell’alveare, è infatti noto l’impatto sugli agroecosistemi. Una singola ape, in media, visita circa settemila fiori al giorno, e sono necessarie quattro milioni di visite ai fiori per produrre un chilogrammo di miele (FAO). Numeri esplicativi delle interazioni che gli alveari possono avere negli areali in cui si trovano e sui servizi ecosistemici ad essi correlati.
Le api rientrano infatti nel gruppo degli impollinatori e il ruolo di questi insetti nel settore agricolo richiede ancora un adeguato riconoscimento. È importante ricordare che la produzione agricola mondiale direttamente associata all’impollinazione rappresenta un valore economico stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari (ISPRA 2021). In Europa la produzione di circa l’80% delle specie coltivate dipende dall’attività degli insetti impollinatori (EFSA), che svolgono in natura un ruolo vitale come servizio di regolazione dell’ecosistemi. Inoltre, si stima che l’87,5% delle piante selvatiche in fiore del mondo dipendono, almeno in parte, dall’impollinazione per la riproduzione.
L’Istituto Spallanzani in questo settore è promotore del Progetto GENAPIS. La ricerca, finanziata dal Ministero dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste ha l’obiettivo di promuovere l’applicazione della genetica molecolare per lo studio della variabilità genetica e per la valorizzazione del miele e della pappa reale di produzione italiana. Tra gli Obiettivi del Progetto, anche l’approfondimento della conoscenza genetica di Apis mellifera ligustica, una preziosa risorsa italiana che viene ritenuta tra le migliori api da miele e che rischia di essere compromessa per l’importazione di altre sottospecie e ibridi.
Le continue innovazioni e la ricerca scientifica permettono di incentivare i programmi di miglioramento dell’ape italiana, affiancando alla selezione lo studio della variabilità genetica e il monitoraggio della presenza di ibridazioni. Inoltre, nell’ambito dei prodotti è possibile affiancare alle analisi qualitative la conoscenza del territorio e della sua biodiversità.