15 Maggio 2023

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L’allevamento della capra Nicastrese, orgoglio della Calabria

a cura di: Associazione Italiana Allevatori

La conservazione e valorizzazione di alcune razze rustiche ed autoctone del nostro Mezzogiorno, oltre ad essere una opportunità di carattere economico per gli allevatori di zone difficli o marginali, è un elemento di riscatto culturale. In molti casi, infatti, rappresentano motivo di soddisfazione e orgoglio, oltre che di studio di particolari caratteristiche genetiche e genomiche.

È ad esempio il caso, per la Calabria, della capra di razza Nicastrese, una razza rustica autoctona che ha di recente avuto un certo ritorno di interesse. La capra Nicatrese deve il suo nome in quanto originaria del territorio di Nicastro, un’area ai piedi del Monte Reventino, dove sorge l’attuale città di Lamezia Terme. La razza è ora presente in tutta la provincia lametina e catanzarese, ma per le sue caratteristiche produttive si è nel tempo diffusa anche in altre province limitrofe della Calabria. L’allevamento è tipicamente brado e in semistabulazione, sia in piccole che medie e grandi aziende, situate in prevalenza in zone collinari e montane, oltrechè nelle aree di pianura.

Vediamone le caratteristiche: la taglia della capra Nicastrese è media, con testa piccola e leggera, di più grandi dimensioni nei soggetti maschi, con profilo fronto-nasale rettilineo. Il pelo è uniformemente distribuito sulla fronte sia nei maschi che nelle femmine; il colore è nero, con una doppia striscia bianca nella zona fronto-nasale. I soggetti maschi, inoltre, presentano un ciuffo di peli neri ben pronunciato, posto alla base delle corna. Gli occhi sono grandi, vivaci ed espressivi.

Come caratteristica morfologica generale, le corna sono presenti in entrambi i sessi, mediamente sviluppate nelle femmine, a forma di lira aperta, sovente piatte e larghe alla loro base. Nei maschi, invece, le corna sono molto sviluppate, lunghe, sempre a forma di lira aperta, piatte e larghe alla base. Le orecchie appaiono di dimensioni medie, con portamento semipendente anteriore, con e senza arricciatura. In questa razza, sotto la gola, compaiono le caratteristiche “tettole” (che possono essere sia unilaterali che bilaterali) dette pure lacinie o barbazzali, ed anche la barbetta è presente in entrambi i sessi. Nel becco adulto, la barbetta è abbastanza folta e lunga.

Anche la forma del collo è leggera nelle femmine, robusta nei maschi e di lunghezza media; il torace è profondo e l’addome voluminoso, la regione dorso lombare è rettilinea, la groppa è ben sviluppata e mediamente spiovente. Nei maschi, la borsa scrotale si presenta ampia, i capezzoli grandi e sviluppati; nelle femmine, apparato mammario ampio, mammelle di tipo pecorino, raramente piriformi, con capezzoli ben sviluppati. Per quanto riguarda gli arti, sono leggeri nelle femmine, robusti nei maschi, lunghi, con unghielli scuri, solidi e compatti, di colore ardesia.

La pigmentazione è di tipo eumelaninico, ad estremità e ventre feomelaninico. Il mantello è nero, con ventre ed arti e parte della testa bianco, o Jèlino, motivo per il quale gli allevatori di alcune zone chiamano questa capra anche jèlina; la parte bianca del ventre può estendersi lungo i fianchi. Il pelo è lungo e liscio nelle femmine, si presenta più ruvido nei maschi. È molto comune la presenza di sottopelo di tipo cashmere o kashmir. La pelle è morbida, fine ed elastica, di colore grigio-nero nella zona a mantello eumelaninico, rosa nella zona a mantello feomelaninico.

Come accennato sopra, la capra Nicastrese è di taglia media, con altezze medie al garrese che vanno attorno ai 78 centimetri nei maschi adulti ed ai 71 centimetri nelle femmine adulte. Il peso medio è di 78 kg nei maschi adulti e di 46 kg nelle femmine adulte.

Un altro motivo che la fanno preferire dagli allevatori è riferito alla sfera riproduttiva: la fertilità annuale infatti (rapporto percentuale tra femmine partorite e femmine coperte) è del 97%, mentre la prolificità (ovvero il rapporto percentuale tra capretti nati e femmine partorite) è del 182%; la fecondità annuale (rapporto percentuale tra femmine che partoriscono e quelle in età riproduttiva) è del 176%, per un’età media al primo parto di 16 mesi.

Le attitudini produttive della razza Nicastrese sono sia da latte che da carne: la produzione media di latte è, nelle primipare, di circa 180 litri in 150 giorni; nelle secondipare, 220 litri in 210 giorni e nelle pluripare 260 litri in 210 giorni.

A sottolineare il forte legame tra la Nicastrese e le produzioni lattiero-casearie tipiche del territorio di allevamento, basti sottolineare che il latte prodotto va per la trasformazione in formaggi tradizionali quali la Giuncata di capra, il Formaggio di capra, o altri misti come il Cacioricotta, il Canestrato, il Pecorino di Crotone, il Pecorino con pepe, la Caciotta e varie ricotte fresche, al forno, salate ed affumicate. La quota di latte conferita a caseifici è molto ridotta.

Anche la destinazione del capretto è comunque interessante: il peso medio alla nascita è di circa 3,5 kg, mentre a 30 giorni di vita raggiungono i 10 kg.

Queste notizie, raccolte grazie alla passione e all’esperienza di tecnici dell’Ara Calabria, in particolare dal dott. Floro De Nardo, che da sempre si occupa di questa e di altre razze caprine rustiche calabresi, ci permettono anche di rielvare come le consistenze della Nicastrese siano passate dagli 8.000 capi censiti ad inizio 2002 ai circa 5.200 attuali, diffusi ora in una settantina di allevamenti.

L’azione di valorizzazione, in questi ultimi anni, in virtù della proficua collaborazione tra l’Associazione Regionale Allevatori della Calabria e l’Asso.Na.Pa. (Associazione Nazionale della Pastorizia, ora Ente Selezionatore per le razze ovine e caprine già di Libro Genealogico e di Registro Anagrafico, circa 80 in totale) si è concretizzata anche con l’inserimento della Nicastrese nel Progetto Cheesr, riferito alla misura 10.2 del PSRN e nel Progetto “Sheep&Goats”, con al centro la conservazione del germoplasma animale.

In particolare, fino al 2023, si è svolta un’attività inerente la caratterizzazione fenotipica in 12 allevamenti con la scheda di valutazione morfo-funzionale, sviluppata nei progetti, con l’obiettivo di valutare aspetti legati al benessere e alla salute degli animali. È stato svolto il monitoraggio della popolazione attraverso l’analisi del pedigree e la caratterizzazione genomica, stimando i principali parametri demografici (consistenze), valutando la profondità e la completezza del pedigree, stimando l’inbreeding genetico (Fped) e genomico (Froh) nonché la dimensione effettiva di popolazione, oltre alla messa a punto di strategie di gestione della popolazione in–situ ed ex–situ.

Questi progetti stanno permettendo di approfondire le conoscenze sulle razze caprine autoctone calabresi, come la Nicastrese, la Capra dell’Aspromonte e la Rustica di Calabria e, nel contempo, assicurano la conservazione e la salvaguardia di questo importante bacino di biodiversità. Un eccellente risultato, è stato inoltre, quello di aver stoccato ben 294 dosi di seme di becchi di razza Nicastrese, che assicurano la salvaguardia della razza ex-situ.

Un risultato non trascurabile, considerato che per secoli la capra, nei territori aspri e difficili della Calabria, è stata considerata “la vacca dei poveri”. E spesso l’unica fonte di nutrimento fornito dai pastori alla popolazione, che attendevano il passaggio delle greggi nei paesi e le loro produzioni “a km zero”!