6 Giugno 2024

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Conversione del digestato agricolo in biostimolanti attraverso la biotecnologia microalgale

a cura di: Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani, Loc. La Quercia, 26027, Rivolta d’Adda (CR), Italy

Il Polo delle Microalghe, centro di sperimentazione e competenza situato sul territorio Cremonese, costituito dall’Istituto Spallanzani, dal Politecnico di Milano e dall’Università degli Studi di Milano Bicocca, ha avviato recentemente una collaborazione con il Gruppo A2A e con Fondazione LGH per sviluppare un progetto di bioraffineria che coinvolge diversi pilastri del settore agricolo (l’allevamento zootecnico, la digestione aerobica, la fertilizzazione e biostimolazione), valorizzandoli in modo sostenibile, grazie all’utilizzo della biotecnologia microalgale.

Le microalghe, infatti, sono microrganismi unicellulari in grado di crescere e riprodursi anche su reflui zootecnici, assorbendone i nutrienti ivi presenti (ammoniaca, nitrati, fosforo, potassio e oligominerali) e utilizzando la luce solare e l’Anidride Carbonica, sia quella dall’aria sia quella proveniente da centrali a biogas o biometano, sottraendola pertanto al rilascio in atmosfera. Inoltre, sono in grado di crescere anche al buio, utilizzando zuccheri semplici. Infine, le microalghe contengono delle biomolecole attive molto preziose, tra cui i fitormoni, polisaccaridi e aminoacidi, che possono essere utilizzati in agricoltura come biostimolanti.

Sfruttando tale capacità di crescita delle microalghe su flussi di scarto, è stata sviluppata una filiera circolare (Figura 1) sfruttando risorse locali, un innovativo processo di coltivazione in più fasi in cui i flussi residui della produzione di biometano (come il digestato agricolo, abbondante sul nostro territorio e spesso di difficile gestione e le relative emissioni di CO2), insieme gli scarti zuccherini delle industrie dolciarie, diventano risorse preziose, substrati efficaci per la crescita delle microalghe, trasformate in seguito in un biostimolante utilizzabile in agricoltura per la crescita degli ortaggi.

I risultati di questo progetto virtuoso, sviluppato alla scala pilota presso il Parco Bioreattori del Polo delle Microalghe, sono estremamente promettenti e hanno soddisfatto le attese: una delle specie microalgali isolate dai ricercatori dell’Istituto Spallanzani dai nostri bacini idrici (Scenedesmus obbliquus, wild type), si è dimostrata efficace nella crescita sia su frazione liquida del digestato che su sottoprodotti zuccherini forniti da un’importante industria dolciaria del cremonese e inoltre ha dimostrato avere proprietà biostimolanti su diversi ortaggi, tra cui crescione e lattughino. Questa integrazione migliora l’efficienza e la sostenibilità della produzione di biometano consentendo un trattamento sostenibile del digestato che, a sua volta, genera entrate aggiuntive attraverso la commercializzazione di bioprodotti a base di microalghe.

Le analisi tecnico-economiche preliminari (TEA) e Life Cycle Assessment (LCA) dimostrano la sostenibilità del progetto, mostrandosi promettente nell’affrontare le preoccupazioni ambientali, nell’ottimizzare l’utilizzo delle risorse e generando preziosi prodotti biologici.

Figura 1: Bioraffineria, filiera circolare che trasforma il digestato in biostimolante