5 Gennaio 2022

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Cosa sono gli open data

Bluarancio

Nell’ambito del Progetto LEO si parla di dati aperti (anche noti con il termine inglese di open data) dell’ambiente zootecnico. Ma cosa sono realmente i dati aperti?

Prendendo in prestito la definizione proposta dall’Open Knowledge Foundation, e adottata in tutto il mondo, un dato aperto è un dato che può essere liberamente utilizzato, condiviso ed elaborato da chiunque, ovunque e per qualsiasi scopo.

In particolare, si vogliono evidenziare due caratteristiche specifiche del concetto di openness:

  • deve essere permesso legalmente di avere accesso al dato e di poterlo riutilizzare, quest’ultimo termine chiave quando si parla di open data. Questo implica associare ai dati una licenza aperta che al massimo può richiedere la citazione della fonte (attribuzione) del dato e di mantenere l’apertura del dato condividendo ogni successivo lavoro derivato con la stessa licenza che è stata usata dalla sorgente (share-alike);
  • non ci devono essere barriere tecniche nel riutilizzo del dato; pertanto il dato deve essere machine-readable e quindi leggibile ed elaborabile da strumenti software di vario tipo e disponibile in blocco e mediante Application Programming Interface (API).

I dati aperti sono chiaramente definiti anche nell’ambito del quadro normativo italiano nel Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD), anche conosciuto come D.lgs 82/2005 e s.m.i. In particolare, nel CAD il dato aperto è un dato che non contiene dati personali (tranne alcuni casi specifici) e per il quale siano verificati tutti e tre i seguenti requisiti. Se anche uno solo di questi non si verifica, il dato non può dirsi aperto:

  • Requisito giuridico: un dato disaggregato disponibile secondo i termini di una licenza che ne permetta l’utilizzo da parte di chiunque, anche per finalità commerciali;
  • Requisito tecnico: un dato provvisto di metadati, adatto all’utilizzo automatico da parte di programmi, accessibile attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione in formato aperto. Il formato aperto è definito nell’ambito della stessa normativa come un formato dati reso pubblico, documentato esaustivamente e neutro rispetto agli strumenti tecnologici necessari per la fruizione dei dati;
  • Requisito economico: un dato gratuito o al massimo disponibile ai costi marginali per la sua riproduzione e divulgazione.

Da queste definizioni emerge come licenze associate a dati non personali che ne limitano il riutilizzo, per esempio licenze che non consentono sviluppi commerciali, o che non permettono opere derivate, non possono qualificare un dato come aperto.

Inoltre, da queste definizioni si evince che non tutto ciò che è pubblicato sul Web, e quindi reso pubblico, possa essere considerato open data. Un sito web con una funzionalità di ricerca, mediata da coloro che creano il sito, non è fare open data. Pubblicare solo infografiche senza rendere disponibili i dati che hanno contribuito alla loro creazione, non è fare open data. Gli open data costituiscono quindi un sottoinsieme dell’insieme più generale dei dati pubblici che devono possedere tutti e tre i requisiti giuridico, tecnico ed economico prima elencati, interrogabili attraverso API e scaricabili in blocco.

I vantaggi degli open data sono molteplici e questo vale anche nel contesto dell’ambiente zootecnico del Progetto LEO. Gli open data infatti possono essere visti come uno strumento abilitante per uno sviluppo economico e per garantire trasparenza anche nei confronti dei cittadini e consumatori.

Infatti, avendo a disposizione dati, anche grezzi, disponibili per tutti e che tutti possono riutilizzare senza discriminazioni, secondo i termini della licenza associata, è possibile:

  • per le aziende sviluppare ulteriormente un business esistente o crearne uno nuovo, fornendo applicazioni e servizi innovativi;
  • per la ricerca studiare, analizzare fenomeni contribuendo all’innovazione dell’intero Paese;
  • per le pubbliche amministrazioni migliorare i processi amministrativi e capire meglio lo stato di determinate situazioni, consentendo quindi di prendere decisioni migliori e più informate e anche mirate;
  • per i cittadini arricchire il proprio bagaglio di conoscenza grazie alla trasparenza che si verrebbe a creare, diventando così più consapevoli anche rispetto a determinate dinamiche.

In conclusione, i dati aperti sono uno strumento abilitante, un bene comune per costruire anche un ambiente più sostenibile e trasparente.