24 Gennaio 2024

Home » Notizie » News » Un raro focolaio causato da un patogeno emergente: cruciale la collaborazione interdisciplinare

Un raro focolaio causato da un patogeno emergente: cruciale la collaborazione interdisciplinare

a cura di: Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”

Tra il novembre 2021 e il maggio 2022, l’Italia ha assistito a un focolaio di una infezione da Streptococcus equi subsp. zooepidemicus (SEZ), che ha coinvolto un totale di 37 casi clinici nella regione centrale del Paese, provocando la morte di cinque pazienti per meningite. Si tratta di un evento molto raro, causato da un batterio che colpisce principalmente cavalli e altri animali, come bovini, suini, capre, pecore e cani, ma che in alcuni casi può infettare anche gli esseri umani causando diverse patologie, tra cui meningite, sepsi e artrite.

Di fronte a questa emergenza, iniziata con 18 casi, le Autorità sanitarie avevano creato una task force interdisciplinare. Come riportato in un lavoro scientifico pubblicato sulla rivista Emerging Infectious Diseases, le ricerche coordinate hanno permesso di individuare altri 19 pazienti colpiti dal microrganismo e di identificare rapidamente la sorgente di infezione.

“SEZ – spiega Alexandra Chiaverini, Igiene e Tecnologie degli Alimenti, Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, corresponding author del lavoro https://doi.org/10.3201/eid2905.221338 – è un batterio che può infettare animali domestici e animali da compagnia. L’infezione umana, rara, avviene generalmente attraverso il contatto diretto con animali infetti o mediante il consumo di latte crudo o prodotti caseari non pastorizzati derivati dagli stessi animali”.

L’identificazione del microrganismo nei pazienti e in alcuni prodotti lattiero-caseari non pastorizzati, unita all’analisi genetica, ha permesso di evidenziare la stretta correlazione tra i ceppi patogeni, e quindi di tracciare con precisione la sorgente dell’infezione. A quel punto le strutture sanitarie coinvolte hanno potuto intervenire rapidamente, bloccando i prodotti potenzialmente contaminati e prevenendo ulteriori casi.

“È stato – aggiunge Chiaverini – un caso molto positivo di stretta collaborazione tra strutture e discipline diverse in quello che definirei un esempio concreto di ‘One Health’, di approccio globale e interdisciplinare ad una patologia”.

Il lavoro scientifico pone l’accento, inoltre, sulla necessità di indagare più a fondo quale sia la situazione dello Streptococcus equi subsp. zooepidemicus a livello nazionale. “Il prossimo obiettivo – conclude la ricercatrice – sarà quello di capire quali sono i possibili rischi associati a SEZ, attraverso un programma di sorveglianza mirato, al fine di salvaguardare la salute pubblica”.