9 Giugno 2022

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Anche le bufale soffrono il caldo

UNITUS

Lo stress da caldo negli animali da allevamento incide notevolmente sulla gestione economica ed aziendale poiché le temperature elevate provocano negli animali cambiamenti comportamentali e fisiologici che influiscono negativamente sulle loro performance produttive e riproduttive. Per studiare lo stress da caldo negli animali da latte, viene utilizzato il THI (Temperature-Humidity Index), valore che rappresenta gli effetti combinati della temperatura e dell’umidità.

L’argomento è noto nell’allevamento dei bovini da latte e poco studiato in quello bufalino, ma secondo alcune ricerche, anche le bufale soffrono di stress da caldo dopo averne osservato e valutato vari aspetti come il benessere, la produzione quali-quantitativa di latte e la riproduzione.

Le bufale (Bubalus bubalis) sono animali omeotermi, cioè in grado di mantenere costante la propria temperatura corporea, e presentano particolari caratteristiche morfologiche dalle quali dipende la loro adattabilità, in particolare ai climi caldi-umidi: pelle quasi glabra, di colore scuro, molto spessa e coriacea, ricca di ghiandole sebacee, ma povera di ghiandole sudoripare. Questi animali hanno un’origine “tropicale”, il che li rende poco sensibili all’incremento delle temperature nel periodo estivo, infatti, l’optimum di temperatura di questa specie si attesta tra 15-30°C.

Nonostante si adattino bene a questo tipo di clima risentono delle alte temperature, in particolare all’esposizione ai raggi solari diretti. La bufala pur risentendo delle variazioni delle temperature e dell’umidità della stagione estiva, dimostra una maggior capacità d’adattamento rispetto alla bovina e ciò sembra correlato alla sua rusticità.

Recentemente ricercatori dell’Università di Napoli e dell’Istituto Embrapa Pecuaria Sudeste in Brasile, hanno evidenziato che l’aumento delle temperature incide negativamente sulle performance delle bufale, in particolare: produzione di latte, conta delle cellule somatiche, percentuali di grasso e proteine ed azoto ureico del latte.

Nel dettaglio, sono soprattutto le percentuali di grasso e proteine del latte ad essere correlate negativamente alla variazione del THI (valori superiori a 69), con un effetto più marcato nelle bufale più giovani. I contenuti più alti di cellule somatiche sono stati registrati a valori di THI <51 e >69, aumentando la suscettibilità della ghiandola mammaria alla mastite, come per le bovine. Inoltre, si è scoperto che l’entità dell’effetto del THI dipende dall’ordine di parto; infatti, le bufale primipare sono risultate più sensibili delle pluripare. Nello specifico, per la bufala Mediterranea Italiana allevata nel Sud Italia, il range ottimale di THI suggerito varia tra 59 e 63.

Anche la fertilità cambia in condizioni di stress da caldo, con effetti negativi sulla produzione di sperma e la qualità seminale nei maschi e, su tassi di concepimento e gravidanza nelle bufale. Inoltre, una delle principali caratteristiche etologiche del bufalo è la gerarchia sociale e condizioni di stress da caldo destabilizzando la mandria.

Di recente, per le bufale allevate in Amazzonia, sono stati convalidati due nuovi indicatori di confort termico: il Buffalo Comfort Climate Condition Index (BCCCI) ed il Buffalo Environmental Comfort Index (BECI) utili per valutare le condizioni di stress da caldo per le bufale. Inoltre, potrebbe essere una strategia promettente l’identificazione e la selezione di animali o razze più termotolleranti.

Sono necessari ulteriori studi che permettano di acquisire dati fisiologici, produttivi e comportamentali nelle diverse realtà per definire i valori soglia di THI nella specie bufalina.