9 Maggio 2024

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Indici bioclimatici per la valutazione dello stress da caldo nei monogastrici – parte I: I suini

a cura di: Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE) – Università della Tuscia

Questo articolo è il primo di quattro nei quali verrà affrontato l’argomento dello stress da caldo e i bioindicatori climatici più utilizzati per le specie monogastriche di interesse zootecnico ovvero: suini, avicoli, conigli e cavalli. Rispetto agli innumerevoli studi compiuti sull’effetto dello stress da caldo nei ruminanti, meno è noto riguardo i monogastrici. Probabilmente è dovuto al fatto che i ruminanti sono allevati all’aperto o in strutture aperte su tutti i lati, mentre i monogastrici, alle latitudini medie, sono allevati in strutture completamente chiuse e dove le condizioni climatiche sono, almeno in teoria, più facilmente controllabili. Inoltre, in Europa, queste strutture chiuse, sono dotate di sistemi di controllo del microclima interno. Le condizioni microclimatiche interne al fabbricato dipendono dalla specie animale allevata (che produce calore e CO2), dalle caratteristiche termiche del fabbricato, dai sistemi di ventilazione e dalla loro gestione.

I suini

A livello mondiale l’Europa è il secondo produttore dopo la Cina e il primo esportatore di suini e prodotti derivati. I più grandi produttori di suini sono rispettivamente Germania, Spagna e Francia. In questi paesi circa il 90% dei suini sono allevati mediante sistemi intensivi. Nell’allevamento distinguiamo il suino leggero, macellato circa ad un’età di 6 mesi ed un peso vivo di 100-120 kg, destinato al consumo diretto e un suino pesante, macellato ad un’età di almeno 9 mesi ed un peso vivo di circa 160 kg. In Italia l’allevamento del suino pesante è di particolare interesse data la tradizionale utilizzazione delle carni per la produzione di salumi e prosciutti di altissima qualità. L’allevamento del suino pesante per la produzione DOP/IGP è sottoposto a regole dettate dai Consorzi di tutela, che fissano anche caratteristiche fisico-chimiche di accettabilità della carcassa per la successiva lavorazione e stagionatura. Di conseguenza, diventa fondamentale gestire lo stress da caldo che ha effetti notevoli sulla redditività dell’allevamento e sul benessere degli animali. In Europa, nel 2003 anno particolarmente ‘caldo’, migliaia di maiali morirono a causa delle alte temperature. Tra i suini, i più sensibili risultano essere le scrofe in lattazione e gli animali in fase di ingrasso e finissaggio. Ad esempio, alcuni ricercatori hanno riportato un aumento dell’incidenza della mortalità nei mesi estivi nelle scrofe dopo 2-4 giorni dal parto, così come un aumento di suinetti nati morti per parti troppo lunghi e quindi ipossia. Nei suini all’ingrasso, lo stress da caldo, riduce l’ingestione di alimento, compromettendo la salute del suino stesso e la qualità delle produzioni. Un altro aspetto da non sottovalutare nei suini pesanti è il trasporto al macello, in particolare la durata del viaggio e il mese. Da un’analisi condotta da alcuni ricercatori su suini pesanti in Italia, è emerso che andrebbero evitati viaggi di oltre 2 ore di durata durante i mesi caldi. Inoltre, hanno evidenziato che il mese con il maggior tasso di mortalità è luglio, mentre gennaio e marzo sono i mesi con il minor tasso di mortalità.

Per valutare lo stress da caldo nel suino, sono stati messi a punto 4 diversi indicatori:

  • Temperatura dell’aria: il valore ideale per il suino è 25°C, ma può arrivare fino a 28 °C;
  • THI: che combina umidità relativa e temperatura. In bibliografia sono presenti diverse formule per il suino, realizzate da diversi autori nel corso degli anni. A titolo esemplificativo, di seguito se ne riporta una:

THI=0,72 T_(DB  )+ 0,72 T_(WB )+40,6 (NWSCR, 1976)

TDB = dry bulb temperature o temperatura dell’aria in °C

TWB = wet bulb temperature o temperatura a bulbo umido o umidità relativa in °C

Secondo questa formula valori di 75 corrispondono allo stato di allerta, valori tra 79 e 83 sono pericolosi e valori oltre 84 sono molto pericolosi.

  • Entalpia specifica-H (kJ/kg): viene definita come la quantità totale di energia presente in un’unità di massa d’aria secca. Valori di 55 kJ/kg indicano stress moderato, mentre valori pari a 65 kJ/kg indicano livelli severi di stress.
  • L’entalpia specifica è equivalente alla temperatura equivalente apparente (AET) che viene misurata in °C.

Bibliografia:

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