7 Agosto 2024

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Lo stress da freddo nella bufala mediterranea italiana

a cura di: DAFNE, Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali – Università degli Studi della Tuscia

Si è già discusso del problema dello stress da freddo nei bovini da latte e da carne, questo articolo vuole approfondire la problematica su un‘altra specie di elevato interesse zootecnico: il bufalo domestico.

Il bufalo domestico (Bubalus bubalis) o water buffalo è una specie con più indirizzi produttivi (lavoro, carne e latte) che presenta due sottospecie, il river (B. bubalis bubalis) e lo swamp (B. bubalis kerebau). A livello globale esistono 123 razze di water buffalo tra le quali la Bufala Mediterranea Italiana, allevata esclusivamente per la produzione di latte che viene destinato all’industria per la successiva trasformazione in mozzarella, e mozzarella di bufala campana DOP (Petrocchi Jasinski et al., 2023) prodotto molto apprezzato in Italia e in molti paesi del mondo. Di conseguenza risulta molto importante la trattazione dei fattori ambientali in grado di indurre lo stress ed influenzare le produzioni quali-quantitative della bufala.

In generale, il bufalo è diffuso in molte zone del mondo: dalla Romania all’Argentina, in Nuova Zelanda e recentemente in Canada (Zicarelli, 2021). La maggior parte dei bufali presenti in Europa appartengono alla razza mediterranea (Marai e Haeeb, 2010) (Yáñez-Pizaña et al., 2020). In bibliografia sono presenti pochi studi che hanno indagato la resistenza al caldo e ancor meno al freddo della bufala (Marai e Haeeb, 2010). La zona di comfort termico per esemplari in accrescimento e riproduzione sembra essere compresa tra 13 e 18 °C con un’umidità relativa compresa tra il 55 e 65%. Secondo uno studio condotto da Crudeli nel 2011, la zona di comfort termico corrisponde alla temperatura di 21 °C. Per i vitelli la TNZ è situata tra i 15 e i 25 °C con una temperatura critica tra i 9 e i 15 gradi alla nascita e durante le prime due settimane di vita.

L’esposizione alle basse temperature causa degli importanti cambiamenti fisiologici, primo fra tutti un incremento dell’assunzione di alimento per incrementare la produzione di calore metabolico (Yáñez-Pizaña et al., 2020). In caso di stress nell’organismo si creano degli squilibri nella produzione di ossidanti e antiossidanti, il cui rapporto è noto come indice di stress ossidativo (OSi) (De Matteis et al., 2024). Lo stress ossidativo nell’uomo induce patologie molto gravi (Klran et al., 2023). Poco è noto sugli effetti dello stress ossidativo negli animali e ancor meno riguardo la bufala. Da uno studio recente è emerso che in inverno le bufale hanno un Osi maggiore rispetto all’estate.

Temperature troppo basse, in particolare con un THI < di 59 influenzano negativamente la produzione di latte, contrariamente a quanto osservato per il bovino da latte. Uno studio condotto da Zicarelli, 2021 ha evidenziato che temperature inferiori a 19 °C comportano un calo della produzione di latte a conferma dell’origine tropicale del bufalo. Inoltre, il THI è correlato positivamente con la percentuale di proteina nel latte e un valore inferiore a 62 ne causa un decremento, soprattutto nelle primipare. Mentre per quanto riguarda la percentuale di grasso, si osserva un decremento quando il THI è inferiore a 47 o superiore a 69 (Matera et al., 2022).

Durante i periodi freddi è importante che gli animali abbiano accesso ad una stalla per avere riparo da pioggia, vento e neve e se le temperature scendono sotto lo zero è importante disporre di fonti di riscaldamento in stalla (Vale, 2007). Una ricerca condotta in Italia ha evidenziato un incremento della fertilità dal 40 al 70%, una riduzione dell’interparto da 530 a 475 giorni e un incremento della produzione di latte del 7%, se venivano messe delle lampade riscaldanti in stalla durante i periodi freddi. Il costo delle lampade riscaldanti è ampiamente ripagato dall’incremento della produzione di latte.

In conclusione, vista la sua origine tropicale, il bufalo non tollera molto il freddo, il range di THI ideale è compreso tra 59 e 63, anche se con valori inferiori a 62 si registrano delle diminuzioni di performance soprattutto nelle primipare. Inoltre, vista l’importanza economica della filiera bufalina è auspicabile un ulteriore studio per meglio comprenderne le risposte in condizioni di stress da freddo.