Bluarancio
Nel precedente articolo, dove abbiamo definito cosa sono gli open data, abbiamo menzionato una serie di vantaggi che la loro pubblicazione può portare per una serie di portatori di interessi quali aziende, cittadini, professionisti, settore pubblico, ricerca. In particolare, è importante ribadire che in generale la disponibilità di dati liberamente riutilizzabili da chiunque per qualunque scopo ha indubbi vantaggi su diversi piani:
- sviluppo economico: i dati, soprattutto se combinati e integrati tra loro, contribuiscono a far conoscere stati della società ed esigenze che potrebbero a loro volta essere soddisfatte grazie allo sviluppo di applicazioni/servizi innovativi che fanno uso di quei dati per migliorare le condizioni della collettività. Si pensi per esempio allo sviluppo di applicazioni di intelligenza artificiale che, grazie a una grande mole di dati, possono essere usate per apprendere ed eseguire compiti ricorrenti e meccanici e per definire modelli predittivi utili in svariati settori di mercato, incluso quello zootecnico;
- progresso e innovazione: i dati sono alla base della ricerca scientifica e possono aiutare le varie comunità a effettuare analisi approfondite di fenomeni su larga scala, contribuendo a costruire le basi per lo sviluppo di ulteriore ricerca e quindi progresso e innovazione;
- trasparenza: i dati liberamente riutilizzabili da chiunque costituiscono un’arma molto potente per rendere conto (accountability) delle azioni del settore pubblico, ma anche del settore privato. Per esempio, la trasparenza nei confronti dei consumatori sulla provenienza e tracciabilità della filiera per prodotti agroalimentari è di particolare rilevanza, anche per aumentare la consapevolezza su aspetti di salute e qualità offerta.
Nell’ambito del Progetto LEO, una grande mole di dati aperti si sta rendendo via via disponibile per il riutilizzo. I dati sono tutti tra loro interconnessi grazie al paradigma dei Linked Open Data, di cui parleremo in altri articoli di prossima pubblicazione.
Questi dati spaziano dall’anagrafica degli animali e tutti gli eventi della loro vita (nascita, aborto, eliminazione, asciutta, spostamenti in diverse aziende/macelli, ecc.), all’anagrafica delle aziende/macelli e delle caratteristiche delle loro strutture fisiche, alle analisi di laboratorio su campioni di latte per esempio, a dati climatici (livello di umidità, piovosità, temperature, ecc.), che possono influenzare il benessere degli animali negli edifici (come le stalle) degli allevamenti, a dati su indicatori di benessere degli animali e delle aziende, nonché degli accertamenti sanitari che vengono fatti.
In sostanza, un patrimonio di dati dell’ambiente zootecnico immenso, che può aiutare chiunque a dipingere lo stato di salute di questo specifico settore per tutto il territorio nazionale. Un pozzo prezioso di conoscenza, uno strumento che gli stessi allevamenti italiani potrebbero sfruttare in un processo progressivo di miglioramento della loro efficienza e sostenibilità.
È bene infatti ricordare che quando una tale base di conoscenza viene messa a disposizione di tutti, questa può facilitare il miglioramento del potenziale genetico delle razze di allevamento e migliorare sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo le produzioni zootecniche, creando anche quel sano terreno di competizione tra le varie aziende. Guardare/analizzare i dati dei competitor, anche eventualmente vicini, può stimolare l’adozione di strumenti più innovativi nell’azienda e quindi creare quelle condizioni di progresso che impattano tutti, inclusi i consumatori finali.
Grazie alla disponibilità di dati climatici puntuali, le aziende possono rendersi conto dello stato dell’ambiente per il benessere dei loro animali. Per esempio, possono utilizzare l’indicatore di gestione dello stress dovuto al caldo per agire nell’ambiente della propria azienda.
Grazie ai dati sui parametri di benessere e sanitari si può stimolare un uso più responsabile di determinati farmaci per gli animali. Grazie alla disponibilità di una tale mole di dati si può aumentare la consapevolezza della collettività su determinati temi anche legati alla sostenibilità, con ricadute inevitabili anche sugli allevamenti stessi.
In pratica, l’ecosistema favorevole che si viene a creare grazie alla disponibilità di dati che possono essere riutilizzati nei più disparati modi, può contribuire al benessere complessivo delle nostre aziende d’allevamento e dell’intero settore.