22 Aprile 2022

Home » Notizie » Benessere Animale » Impatto del raffrescamento estivo sull’impronta di carbonio nel latte

Impatto del raffrescamento estivo sull’impronta di carbonio nel latte

UNITUS

Dopo avere visto gli impatti del raffrescamento estivo in stalla sull’impronta idrica del latte, vediamo ora come lo stesso possa anche migliorare l’impronta di carbonio dei bovini e quindi del prodotto finale. I sistemi di raffrescamento funzionano bagnando gli animali; poi, attraverso la ventilazione forzata, viene rimosso il calore dal corpo.

La ventilazione forzata richiede l’utilizzo di energia. I fabbisogni energetici sono in costante crescita così come i suoi costi, e la crisi europea che stiamo vivendo aggraverà ulteriormente la nostra dipendenza energetica e i relativi costi. Il consumo di energia fossile, oltre ai costi, incide anche sulla sostenibilità ambientale perché fonte di emissioni di anidride carbonica (CO2).

L’analisi dell’impronta di carbonio di alcune stalle da latte distribuite principalmente in Pianura Padana e provviste di sistema di raffrescamento ha evidenziato che i consumi energetici dei ventilatori hanno una bassa incidenza sull’impronta di carbonio complessiva del latte. I dati indicano che il funzionamento dei ventilatori contribuisce ad emettere 20 grammi di CO2 per litro di latte prodotto e rappresentano circa l’1,6% dell’impronta del latte che era pari a 1,230 kg di CO2e.

Questi risultati suggeriscono che il raffrescamento estivo ha una bassissima incidenza sul carbon footprint del latte. La sostenibilità di questi sistemi può essere migliorata con l’implementazione nelle aziende agro-zootecniche di impianti di produzione di energia rinnovabile.