7 Marzo 2024

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La blockchain: un’opportunità per il futuro del comparto agro-alimentare

a cura di: Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani, Loc. La Quercia, 26027, Rivolta d’Adda (CR), Italy

Negli ultimi decenni il “prodotto locale” sta diventando sempre più importante nelle decisioni di acquisto in quanto i prodotti alimentari legati al territorio vengono preferiti per aspetti legati al gusto, alla sicurezza alimentare, al benessere degli animali e per il ridotto impatto ambientale. In questo contesto sistemi di certificazione sempre più affidabili risultano necessari per seguire la storia degli alimenti dal campo/allevamento alla tavola e poterne rintracciare il percorso. La necessità di rispettare la legislazione in ambito alimentare e le aspettative dei consumatori sempre più attenti alla storia del prodotto sono le premesse che hanno determinato l’esigenza di cercare nuove soluzioni per sistemi di tracciabilità più efficienti e in grado di gestire molteplici informazioni: tra queste, in particolare, è emersa la possibilità di applicare la blockchain all’intera catena di approvvigionamento. Le tecnologie blockchain rappresentano una possibile risposta a questa richiesta del mercato, perché grazie alle loro caratteristiche intrinseche: decentralizzazione, trasparenza, sicurezza, consenso distribuito e integrità premettono un tracciamento “farm to fork” mettendo in connessione tutti gli operatori coinvolti nel processo.

Dal 2016 le blockchain, originariamente ideate per alcune operazioni finanziarie ed arrivate al grande pubblico grazie alla criptovaluta Bitcoin, sono state impiegate in via sperimentale come strumenti per la tracciabilità in alcune filiere agroalimentari.  Diversamente dai sistemi centralizzati, le blockchain e i registri distribuiti non si basano su dati archiviati in un unico luogo con un unico soggetto che li controlla e li condivide. Ogni partecipante possiede una copia identica del libro mastro e qualsiasi modifica ai dati viene applicata a ogni singola copia posseduta dai partecipanti: in una blockchain, ogni transazione tra due partecipanti viene registrata in modo permanente e questi record prendono il nome di blocchi. I dati condivisi sono anche crittografati per garantire un ulteriore elevato livello di sicurezza, che è un importante vantaggio di queste tecnologie. Una modifica in un blocco deve essere accettata da tutti gli altri partecipanti ed è impossibile applicare qualsiasi modifica senza il consenso di tutti i partecipanti.

Risulta quindi importante far conoscere il più possibile le potenzialità di queste tecnologie al fine di avvicinare sempre di più gli agricoltori e i diversi attori delle filiere agroalimentari all’applicazione delle blockchainOgni filiera agro-alimentare ha una sua precisa struttura dovuta sia alla natura stessa della filiera (carne, latte, uova, farina, alimento composto da più materie prime, …) che alle normative che la regolamentano (norme nazionali, disciplinari DOP, …). I dati aggiuntivi che le blockchain consentono di fornire ai consumatori possono essere il tipo di cultivar (nel caso di prodotti di origine vegetale) o razza (per prodotti di origine animale), tipo di alimentazione, protocollo agricolo (coltivazione biologica o tradizionale) e uso di farmaci (come gli antibiotici). In questo contesto l’istituto Spallanzani, grazie al finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 di Regione Lombardia, ha promosso un progetto “BlockFood” con il compito di sensibilizzare, tramite momenti informativi, il mondo agro-zootecnico sull’importanza della tracciabilità digitale. La blockchain ha un ruolo importante all’interno delle filiere produttive in quanto protegge ulteriormente dalla contraffazione e garantisce una maggiore trasparenza al consumatore, rafforzando il made in Italy sia nel mercato nazionale che estero.