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La bovina da latte ad alta produzione produce una grande quantità di calore endogeno e la regolazione della temperatura corporea risulta difficile in corrispondenza di elevati valori del THI (Temperature Humidity Index). Diverse soluzioni gestionali sono disponibili per mitigare gli effetti negativi dello stress da caldo e migliorare il benessere animale durante la stagione calda.
Strutture ombreggianti
Le vacche da latte sono generalmente stabulate all’interno della stalla per tutto l’anno, tuttavia, l’irraggiamento può costituire un problema, in particolare per le stalle che hanno un orientamento nord-sud. L‘installazione di strutture ombreggianti riduce l’irraggiamento e il carico termico da parte dell’animale. Queste strutture rappresentano una soluzione flessibile ed economica, ma non sufficiente a contrastare in modo efficace lo stress da caldo e garantire il benessere degli animali, soprattutto in condizioni di elevate e prolungate condizioni di stress.
Sistemi di raffrescamento
Nelle moderne stalle per vacche da latte è essenziale ridurre al minimo la variazione della temperatura corporea interna della vacca durante il periodo di stress da caldo per massimizzare la produzione di latte e le prestazioni riproduttive. La strategia per ridurre gli effetti negativi dello stress da calore è il raffrescamento (cooling) degli animali. Esistono tre modi per realizzare il cooling delle vacche:
- raffrescare l’animale;
- raffrescare l’ambiente;
- una combinazione di entrambi.
Sono disponibili diversi sistemi, la scelta dell’uno o dell’altro dipende dalle caratteristiche climatiche della area geografica. I sistemi di raffrescamento attualmente più diffusi, sono sostanzialmente la ventilazione forzata (cooling by air) e l’evaporazione diretta di acqua dalla cute dell’animale (cooling by surface). Il cooling by air crea correnti d’aria in prossimità dell’animale per aumentare la dispersione di calore. Il cooling by surface segue il meccanismo naturale di eliminazione di acqua attraverso la cute (sudorazione come sistema attivo e traspirazione come sistema passivo).
La ventilazione forzata e la bagnatura dell’animale utilizzati congiuntamente in sala d’attesa e in corsia di alimentazione rappresentano il sistema più diffuso ed efficiente nel contrastare lo stress da caldo nella bovina da latte come illustrato nella figura. Diversi studi hanno dimostrato come l’esposizione delle vacche a 7,5 ore di raffrescamento applicato in sala d’attesa e in corsia di alimentazione consente di mantenere la produzione di latte estiva a valori corrispondenti a circa il 96% di quella invernale.
Questi sistemi di raffrescamento sono ormai comuni nelle stalle delle bovine da latte. Tuttavia, gli allevatori spesso non li utilizzano nel modo corretto. L’efficienza dei sistemi di raffrescamento è funzione dell’applicazione di un corretto protocollo di utilizzo che deve essere pianificato in funzione delle specifiche esigenze aziendali. Lo sviluppo di protocolli di precisione basati sul bilancio termico degli animali potranno consentire una azione più efficace e sostenibile nel contrastare lo stress da caldo.
Infine, non va dimenticato che il problema dello stress da caldo aumenterà con il progredire del riscaldamento globale e della selezione genetica per la produzione di latte. Pertanto, comprendere i meccanismi biologici con cui lo stress termico riduce la sintesi del latte è fondamentale per sviluppare nuovi approcci (genetici, manageriali e nutrizionali), con lo scopo di mantenere la produzione e/o minimizzare le perdite economiche.
Previsione del THI aziendale
Grazie al progetto LEO l’allevatore può essere informato in anticipo sui valori di THI aziendali in base alle previsioni di temperatura e umidità relativa forniti dall’Aeronautica Militare, un servizio utile che si aggiunge alla corretta gestione dello stress da caldo.