16 Maggio 2024

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Indici bioclimatici per la valutazione dello stress da caldo nei monogastrici – parte II: Gli Avicoli

a cura di: Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE) – Università della Tuscia

Questo articolo è il secondo di quattro nei quali si affronta l’argomento dello stress da caldo e i bioindicatori climatici più utilizzati per le specie monogastriche di interesse zootecnico ovvero: suini, avicoli, conigli e cavalli.

Rispetto agli innumerevoli studi compiuti sull’effetto dello stress da caldo nei ruminanti, meno è noto riguardo i monogastrici. Probabilmente è dovuto al fatto che i ruminanti sono allevati all’aperto o in strutture aperte su tutti i lati, mentre i monogastrici, alle latitudini medie, sono allevati in strutture completamente chiuse e dove le condizioni climatiche sono, almeno in teoria, più facilmente controllabili. Inoltre, in Europa, queste strutture chiuse, sono dotate di sistemi di controllo del microclima interno. Le condizioni microclimatiche interne al fabbricato dipendono dalla specie animale allevata (che produce calore e CO2), dalle caratteristiche termiche del fabbricato, dai sistemi di ventilazione e dalla loro gestione.

Avicoli (Polli e galline ovaiole)

Lo stress da caldo costituisce un grande problema anche per l’allevamento avicolo, in particolare per polli (broiler) e galline. La temperatura corporea fisiologica dei polli è di 41-42 °C e la zona di termoneutralità è compresa tra i 18 e 21°C per i broiler e tra 21 e 28 °C per la gallina ovaiola.  Alcuni studi hanno dimostrato come temperature ambientali superiori a 25 °C inducano stress nel broiler con alterazioni comportamentali, fisiologiche, neuroendocrine e produttive. Gli uccelli non hanno ghiandole sudoripare e il loro corpo è ricoperto da piume, di conseguenza disperdono il calore in eccesso ansimando. In condizioni caratterizzate da elevate temperature la frequenza respiratoria degli uccelli può passare da 23 atti/min a 273 atti/min. Gli uccelli che ansimano si riconoscono in quanto tengono il becco aperto ed hanno la frequenza respiratoria aumentata. Durante questo comportamento disperdono molta più anidride carbonica (CO2), alterando l’equilibrio biochimico del sangue. Nel torrente ematico diminuisce la concentrazione dell’acido carbonico (H2CO3) e dello ione idrogeno (H+). Incrementa la concentrazione dello ione Clcon aumento a livello renale dell’assorbimento dello ione idrogeno e l’escrezione dello ione bicarbonato. Tutto questo conduce inizialmente ad una alcalosi respiratoria e successivamente ad acidosi metabolica, con notevoli conseguenze sulla produzione e sulla salute. Nelle galline ovaiole, la diminuzione della concentrazione dello ione bicarbonato, compromette la formazione del guscio delle uova. Il meccanismo è schematizzato nell’immagine sotto riportata.

Figura 1- rappresentazione schematica dello squilibrio acido-base indotto dallo stress da caldo in avicoli (Wasti et al., 2020).

Gli indicatori bioclimatici per la valutazione dello stress da caldo sono gli stessi che vengono utilizzati anche per altre specie animali, ovviamente con valori critici differenti, quali:

  • temperatura dell’aria: ideale se fino a 25 °C;
  • THI: valore critico 78 per il pollo da carne, 70 per l’ovaiola.  Uno studio sulla gallina ovaiola riporta un THI normale quando è compreso tra 71 e 75, da 75 a 84 come pericoloso e da 84 a 87 come stato d’emergenza.
  • THVI (Temperature-humidity-velocity index): questo indice prende in considerazione anche la velocità del vento che influisce sull’omeostasi dell’animale. La formula prende in considerazione temperature ambientali tra i 35 e i 41 °C e una velocità del vento compresa tra 0,2 e 1,2 m/s. Prende in considerazione 4 stati di omeostasi, rispettivamente: normale, allerta, dannosa ed emergenza che corrispondono ad un incremento di 1,0; 2,5; 4 e oltre 4 °C rispettivamente della temperatura corporea interna. Bisogna considerare che un incremento di 4-5 °C della temperatura corporea interna è fatale per l’animale.

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