6 Dicembre 2022

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Principali fattori di minaccia e attività di conservazione per le razze maremmane

Nel post precedente (leggi qui), abbiamo brevemente esplorato la storia e le origini delle razze bovine ed equine maremmane e dell’allevamento buttero, che rappresenta ancora oggi l’occasione per conservare la tipicità di queste razze italiane. Ora, vedremo quali sono i principali fattori di minaccia e attività di conservazione per queste stesse razze.

Principali fattori di minaccia per il mantenimento delle razze maremmane

La presenza sul territorio nazionale delle razze bovine ed equine, legata a quell’economia prevalentemente agricola che da sempre ha caratterizzato l’Italia, ha subito nel corso dell’ultimo secolo una forte contrazione dovuta principalmente al processo di industrializzazione e a quello di meccanizzazione della stessa agricoltura. Tuttavia, negli ultimi due decenni, la riscoperta del territorio inteso sia come origini e costumi che, come elemento naturalistico, ha dato nuovo impulso al processo di recupero di alcune razze da sempre legate a luoghi e culture locali.

La conservazione e valorizzazione delle produzioni zootecniche attraverso i riconoscimenti di marchi Dop e Igp costituisce un vero punto di forza per la valorizzazione economica degli allevamenti, assieme allo stimolo di carattere economico dato sia dalle Regioni che tendono sempre più a valorizzare le origini agricole, la cultura e il territorio che dalla Comunità Europea attraverso premi e contributi.

Nel caso specifico dell’allevamento brado della razza Maremmana e della gestione da parte dei Butteri in sella ai cavalli Maremmani, si deve far ricorso ad una valorizzazione che leghi le razze non tanto alla possibilità di rivalutare le produzioni, quanto alla necessità di rivitalizzare quella tradizione culturale legata al territorio, facendo rientrare la pratica dell’allevamento brado di bovini ed equini maremmani a conduzione buttera all’interno del concetto dei prodotti tipici italiani che costituiscono un patrimonio culturale fondamentale e sono l’ossatura delle produzioni zootecniche.

Il lavoro del Buttero è faticoso, il rischio principale è quello di perdere la memoria dell’operatività in campo a causa della mancanza di giovani che vogliano continuare l’attività perché dissuasi dalle oggettive difficoltà fisiche ed economiche legate a questa attività.

Le principali attività di conservazione e recupero

La razza Maremmana bovina e il cavallo Maremmano sono razze che meritano una particolare attenzione nell’ambito della conservazione sia per la loro numerosità limitata che per il loro stretto legame con il territorio e la tradizione. Parlare di conservazione della biodiversità in ambito zootecnico significa adottare una serie di strumenti che permettono di gestire al meglio le risorse genetiche animali.

Lo strumento principale per ottenere questo risultato è il Libro Genealogico a scopo di conservazione nel quale sono contenute le informazioni genealogiche dei capi iscritti attraverso la registrazione delle fecondazioni, dei parti e delle eliminazioni. Entrambe le razze (Maremmana bovina e il cavallo Maremmano) sono gestite da Libri Genealogici e sono inserite in piani di miglioramento genetico. 

La conservazione delle razze attraverso i Libri genealogici consente di intraprendere un processo di gestione delle razze autoctone che, nel rispetto delle realtà territoriali nelle quali le razze hanno acquisito le peculiarità geno-morfo-funzionali che le caratterizzano, consente la gestione delle genealogie dei soggetti iscritti.

Tale funzione, oltre a permettere il monitoraggio della popolazione in termini di consistenza, è la base del calcolo della consanguineità dei capi. Il controllo della consanguineità in una qualsiasi razza è fondamentale per evitare, tra l’altro, la riduzione delle performance riproduttive che limiterebbe il numero delle nascite.

La gestione dei Libri Genealogici consente quindi la predisposizione dei piani di accoppiamento per il controllo della consanguineità fornendo lo strumento principale per preservare la biodiversità. Questa attività è garantita dalla rilevazione accurata e puntuale delle genealogie da parte del Sistema Allevatori.

Oltre al compito istituzionale della tenuta dei Libri genealogici e del miglioramento genetico di queste razze, la loro sopravvivenza è legata anche al loro impiego in attività produttive o ludico-sportive.

Grazie ad un crescente numero di appassionati, lo stile di monta dei butteri (la monta da lavoro maremmana) invece di scomparire ha saputo trasformarsi in una monta ideale per l’equitazione di campagna, il turismo equestre e per le competizioni sportive.

La disciplina sportiva della monta da lavoro praticata dai butteri oggi è stata creata dalla FITE (Fédération Internationale de Tourisme Equestre), a cui si associa in Italia la Federazione Italiana Turismo Equestre e Trec Ante (FITETREC-ANTE), al fine di permettere a tutti i tipi di monta da lavoro (buttera italiana, vaquera spagnola e portoghese, camargue francese, e tante altre) di confrontarsi agonisticamente in svariate prove tutte da sostenere con lo stesso cavallo (addestramento, attitudine, gimcana veloce, sbrancamento di vitelli).